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Il riequilibrio del MedioOriente

Data ultimo aggiornamento: 07/02/2022

 

Approfondimento – Report analitici

La sezione raccoglie i report di BM&C Società Benefit che presentano nel dettaglio le situazioni di crisi che competono ai vari scenari.

Le fabbriche dell’instabilità: la ricerca di un nuovo equilibrio nel Medioriente (allargato)


Le “fabbriche dell’instabilità” sono quegli scacchieri geopolitici che per la loro complessità e criticità sono in grado di alimentare un potenziale enorme di rischio sulla crescita economica mondiale. La loro situazione, in bilico tra la composizione della crisi e la sua degenerazione sistemica, è foriera di minacce che non possono essere sottovalutate. Peraltro la multidimensionalità di questi incubatori di rischio attrae e coagula una pluralità di singoli temi di crisi; nel caso che viene esaminato in questa sede ad esempio si intrecciano i temi dei secolari rapporti interreligiosi con quelli del riassetto degli equilibri delle potenze regionali. La prima “fabbrica” che prendiamo in esame con il presente rapporto è quella che ha il suo epicentro nel Medioriente storico, ma che come vedremo si distingue dalle crisi che si sono riproposte nel tempo per avere enormemente esteso la sua area territoriale di incidenza. E’ questo uno scacchiere particolarmente intenso sia per la valenza strategica del territorio e delle risorse che ospita sia soprattutto perché rappresenta prima di tutto un enorme problema per l’Europa. (Documento chiuso il 21 maggio 2015)
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Iran e Israele. La calma che precede la tempesta?


Il MediOriente è stato in questi anni uno dei teatri di tensione più dinamici. Lungo la faglia del confronto tra sciiti e sunniti da una parte, e dall’altra dello scontro all’interno della componente sunnita (tra Turchia e Qatar verso Arabia Saudita e suoi alleati) si sono alimentati una serie di conflitti locali di anche di alta intensità (Yemen, Siria, Iraq, ecc.). L’Iran è stato uno dei principali protagonisti di questo scacchiere regionale garantendo un supporto continuo di aiuti militari e economici alle compagini sciite in conflitto. Inevitabilmente la ripresa delle trattative e la possibilità di un accordo che lasci inalterata la minaccia nucleare iraniana ha fatto alzare enormemente lo stato di allerta in Israele, considerato il nemico giurato della teocrazia di Teheran. La scenario che proponiamo in queste pagine - che avevamo peraltro già affrontato negli anni scorsi durante la prima tornata di trattative sul nucleare iraniano - sta procedendo molto velocemente verso una situazione di grave criticità. (documento chiuso il 9 dicembre 2021)
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Il rischio di una crisi alimentare globale


Gli effetti della invasione dell’Ucraina si diffondono globalmente come delle onde, innescando dei processi a catena. Una delle conseguenze più importanti riguarda il mercato dei cereali di cui Russia e Ucraina sono tra i principali esportatori. Non si tratta solo di valutare l’aumento del prezzo - spinto peraltro anche dalla crescita dei costi per i fertilizzanti - come sostegno alle tensioni inflazionistiche, quanto di prendere in considerazione la previsione di una scarsità dell’offerta che colpirà soprattutto i paesi che dipendono in misura maggiore dalle esportazioni che arrivano dal Mar Nero. In questo rapporto, oltre a considerare le caratteristiche generali del mercato, viene descritta la situazione che potrebbe crearsi nei paesi MENA (Middle East and North Africa) dove i cereali costituiscono una componente fondamentale della dieta della popolazione. Si vede come la guerra può innescare degli effetti sistemici di destabilizzazione a livello globale, creando le condizioni da una parte per movimenti di protesta in tutta l’area, dall’altra per una crescita esponenziale del fenomeno (chiuso il 29 marzo 2022)
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Israele e Libano Il giacimento di Karish


L’analisi proposta in questo report riguarda temi che abbiamo già sviluppato in questi mesi (Geopolitica del mare e gas naturale) e prende spunto da un fatto di cronaca avvenuto il 2 luglio 2022 al largo delle coste israeliane, nel Mar Mediterraneo Orientale. L’esercito israeliano ha infatti comunicato di aver abbattuto tre droni di fabbricazioni iraniana in avvicinamento alla FPSO della compagnia greco-britannica Energean Power, attraccata a 50 miglia di distanza dalla costa israeliana del Nord. L’imbarcazione (FPSO) ha il compito di iniziare, nel mese di settembre, le attività di estrazione, stoccaggio ed esportazione di gas naturale situato nelle riserve del Karish. Condotte flessibili trasporteranno il gas sulla FPSO, qui verrà ripulito di sostanze petrolifere e acqua e verrà inviato a riva, al fine di alimentare il sistema energetico israeliano. L’idea israeliana è quella di creare un sistema, unendo tra loro le riserve Karish e altre riserve minori, quali quelle del Karish del Nord , scoperte nel 2019. Il gruppo Hezbollah, Partito di Dio, tramite il suo leader Nasrallah, ha rivendicato l’attacco e ha minacciato nuove aggressioni nel caso in cui le operazioni israeliane nell’area non si dovessero fermare.
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Israele e Libano Il giacimento di Karish - Aggiornamento


In un nostro report precedente denominato “Israele e Libano - Il giacimento di Karish” , avevamo posto l’attenzione sulle tensioni venutesi a creare tra Israele e Libano riguardo alla delimitazione delle proprie Zone Economiche Esclusive. La situazione pare essersi sbloccata però a inizio ottobre (2022), grazie alla mediazione americana. Le parti sono giunte ad un accordo diplomatico che ha consentito loro, almeno per il momento, di risolvere la controversia in maniera pacifica. Il presidente americano Biden ha definito questo accordo come “storico” proprio perché ha fatto sedere al tavolo delle trattative due paesi nemici.
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