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L'Asia centrale al "centro" di tutto

Data ultimo aggiornamento: 21/02/2022

L’Asia centrale rappresenta storicamente uno dei crocevia di incontro tra Occidente e Oriente e delle loro differenti civiltà. Attualmente lungo questa direttrice si incardina uno dei nodi più rilevanti in cui si incontrano e si scontrano interessi molto differenziati di potenze globali e regionali che intendono esercitare una propria egemonia all’interno di un’area che per la sua rilevanza geopolitica e per la disponibilità di materie prime si configura come una delle più rilevanti a livello mondiale. Almeno dall’affermazione dell’Unione Sovietica i paesi centro asiatici fanno parte integrante della area di influenza russa. Tra gli attori che intendono estendere la loro influenza nell'area e contendere il primato russo il più attivo è la Turchia che non nasconde le sue mire sulla regione nella quale sono insediati paesi di ceppo linguistico turcofono. Al fine di affermare una propria egemonia regionale ha creato una fritta rete di istituzioni sovranazionali coinvolgendo gli Stati dell’area. Il perno è l’Organizzazione degli Stati Turchi, noto soprattutto come Consiglio Turco. Ne fanno parte oggi Azerbaijan, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Uzbekistan e Turchia, mentre Ungheria e Turkmenistan mantengono la qualifica di osservatori. La volontà di espansione dell’influenza turca in questa regione riafferma una vecchia strategia degli imperi ottomani che è quello di rafforzarsi in Oriente per poi competere a Occidente. Allo stesso tempo essa renderebbe possibile una collegamento che si estenderebbe fino alla strategica regione cinese dello Xinjiang, abitata dalla popolazione turcofona degli uiguri. Questa strategia di penetrazione rimane in cima alla scala delle priorità di Erdogan anche se bisogna evidenziare come il recente intervento militare russo per reprimere la rivolta popolare contro la leadership kazaka abbia riportato indietro le lancette della storia riaffermando la supremazia che continua a mantenere la Russia su questi paesi. Oltre a questo intreccio tra Russia e Turchia all’interno della regione operano le grandi potenze mondiali, Cina, India e Stati Uniti che puntano a indirizzare a proprio favore le politiche dei paesi centro asiatici, costruendo le condizioni per assicurarsi l’accesso alle materie prime soprattutto energetiche dell’area. L’India da parte sua ha promosso l’iniziativa “India-Central Asia Dialogue”. L’ultimo summit, il terzo nella serie, che si è tenuto lo scorso 19 dicembre ha riaffermato alcuni obiettivi strategici come il completamento del progetto del gasdotto TAPI (Turkmenistan, Afghanistan, Pakistan, India) o la connessione con il porto di Chabahar, alternativa al porto pakistano di Gwadar, punto di arrivo sul Pacifico della Nuova via della seta (China Pakistan Economic Corridor). Anche gli Stati Uniti hanno riconoscono un interesse per una presenza nell’area dove peraltro durante l’intervento in Afghanistan gli USA mantenevano basi di supporto in Uzbekistan (fino al 2005) e Kyrgyzstan (fino al 2014). In realtà hanno considerato a lungo la presenza in quest’area soprattutto in termini difensivi in chiave di contenimento dell’espansione cinese e russa, ovvero nella chiave di lettura derivante dalla guerra afgana. Diversi istituti strategici americani stanno premendo sull’Amministrazione Biden affinché venga prodotta una nuova strategia che abbia come focus l’Asia centrale in quanto tale. La Cina da parte sua, attraverso l’iniziativa della Nuova via della seta si caratterizza per essere uno dei primi investitori della zona. Nella corsa a corteggiare i cinque paesi della zona la Cina ha organizzato l’iniziativa “C+C5”. Nel gennaio 2022 si è svolto l’ultimo summit virtuale tra i capi di stato e la Cina ha mantenuto un atteggiamento molto cooperativo promettendo una crescita del commercio per un valore di 70 miliardi di dollari entro il 2030 e sottolineando il contributo dato nella lotta alla pandemia. E’ evidente come tutti questi interessi si scontrino all’interno di area che risulta essere fortemente instabile, anche in considerazione dell’assetto di natura oligarchico tribale degli assetti di potere dell’area. Non a caso in pochi mesi si son succedute la guerra tra Azerbaijan e Armenia con la conquista del Nagorno Karabakh da parte azera e poi l’intervento militare della Russia e delle nazioni del CSTO che ha represso sanguinosamente nel sangue le proteste popolari in Kazakhstan.

 

Approfondimento – Report analitici

La sezione raccoglie i report di BM&C Società Benefit che presentano nel dettaglio le situazioni di crisi che competono ai vari scenari.


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